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Programmazione 2021 – 2027, Dzieciolowski: “Più flessibilità e governance rafforzata per gli enti locali”


6 Agosto 2018 -
News

06 agosto 2018

La Commissione europea ha presentato a maggio un pacchetto di misure nelle quali si delinea il prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2021-2027. Il bilancio per i prossimi sette anni tiene conto dell’uscita del Regno Unito dall’Unione e prevede una serie di novità nel riparto delle risorse, al fine di rispondere efficacemente alle nuove sfide che l’Europa si troverà ad affrontare nel prossimo futuro.
Il Bilancio è in fase di discussione, ma nel quadro della politica di coesione ci sono già alcune novità da rilevare, come ci spiega Jan Mikolaj Dzieciolowski, responsabile di Gabinetto della commissaria europea per le Politiche regionali Corina Cretu.

Le caratteristiche della politica di coesione, nel nuovo quadro finanziario, citate da Dzieciolowski:

Semplificazione
I sette fondi dell’UE attuati in collaborazione con gli Stati membri (“gestione concorrente”) saranno disciplinati da un corpus unico di norme. Verranno alleggeriti i controlli per i programmi che hanno registrato buoni risultati, facendo maggiore affidamento sui sistemi nazionali ed estendendo il principio “dell’audit unico” al fine di evitare la duplicazione dei controlli.

Approccio mirato allo sviluppo regionale
La Commissione propone di innalzare gli attuali livelli di finanziamento in settori considerati prioritari e ad alto valore aggiunto, quali: ricerca e innovazione; giovani; economia digitale; gestione delle frontiere; clima e ambiente; sicurezza e difesa.
Aumenta il sostegno alle strategie di sviluppo delle regioni: le regioni ultraperiferiche riceveranno un nuovo sostegno a titolo dei programmi Interreg 2021-2027 per favorire l’integrazione nei rispettivi spazi regionali ed intensificare la cooperazione reciproca.
Nella nuova programmazione si dà maggiore responsabilità alle autorità locali della gestione dei fondi. Si rafforza la dimensione urbana della politica di coesione, con il 6% del FESR destinato allo sviluppo urbano sostenibile e con un nuovo programma di collegamento in rete e sviluppo delle capacità destinato alle autorità cittadine. E’ l’iniziativa europea Urban, strumento di cooperazione tra centri urbani, incentrato sull’innovazione e sullo sviluppo delle capacità attinenti a tutte le priorità tematiche dell’agenda urbana per l’UE (tra le altre, integrazione dei migranti, edilizia abitativa, qualità dell’aria, povertà urbana e transizione energetica).

Flessibilità
Il nuovo quadro abbina la stabilità necessaria nella pianificazione degli investimenti ad un adeguato livello di flessibilità del bilancio per far fronte agli imprevisti. Un riesame intermedio determinerà l’eventuale necessità di modificare i programmi per gli ultimi due anni del periodo di finanziamento, in base alle priorità emergenti, ai risultati dei programmi e alle ultime raccomandazioni specifiche per paese.
Sarà possibile trasferire risorse da un programma all’altro, senza che si renda necessaria l’approvazione ufficiale della Commissione: la soglia per tali trasferimenti è fissata al 5% del bilancio stanziato per una voce prioritaria. Una disposizione specifica agevola la mobilitazione di finanziamenti UE sin dal primo giorno in caso di catastrofe naturale.