Indagine Eurobarometro 2022-2023: tra timori e certezze vince la fiducia sul futuro dell’Unione Europea
Quasi la metà degli europei ha un’immagine positiva e si fida dell’Unione Europea, mentre il 62 per cento si dice ottimista sul futuro dell’UE.
Questi alcuni dei dati che emergono dall’ultimo sondaggio Standard Eurobarometer promosso dal Parlamento europeo e presentato ieri. Il documento ha rilevato le certezze e i timori dei cittadini europei nell’attuale contesto economico e politico fortemente influenzato dal conflitto innescato dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina.
A tale proposito, Il 77 per cento degli intervistati si è dichiarato a favore di una politica di difesa e sicurezza comune tra gli Stati membri dell’UE, la stessa percentuale della scorsa estate, il 16 per cento è, invece, contrario mentre il 7 per cento non sa o non risponde. Inoltre, l’80 per cento ritiene che l’acquisto di attrezzature militari da parte degli Stati membri dovrebbe essere coordinato in maniera più efficiente e il 69 per cento ritiene che l’UE debba rafforzare la propria capacità di produrre attrezzature militari.
Sull’onda della crisi energetica causata dell’attuale conflitto, la grande maggioranza dei cittadini dell’UE, 86 per cento, concorda sul fatto che l’UE dovrebbe sostenere la transizione verde investendo massicciamente nelle energie rinnovabili per ridurre quanto prima la sua dipendenza dalle fonti energetiche russe. L’85 per cento degli europei è convinto che l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici, dei trasporti e delle merci possa rendere l’UE meno dipendente dai Paesi produttori di energia al di fuori dei suoi confini. L’82 per cento concorda sul fatto che gli Stati membri dell’UE dovrebbero acquistare congiuntamente energia da altri paesi per ottenere un prezzo migliore. Inoltre, la crisi energetica ha spinto l’81 per cento degli intervistati ad adottare comportamenti più virtuosi per ridurre il proprio consumo di energia.
Circa un terzo dei cittadini dell’UE considera l’aumento dei prezzi/costo della vita come una delle questioni emergenti che l’UE deve affrontare; seguono per importanza la situazione internazionale con il 28 per cento e l’approvvigionamento energetico con il 26 per cento.
La percezione della situazione dell’economia europea è rimasta invariata dall’estate 2022, con il 40 per cento che la valuta come “buona” e il 51 per cento come “cattiva”. Anche il giudizio sulla situazione dell’economia nazionale è rimasto relativamente stabile dall’estate 2022, con ora il 35 per cento che la considera buona e il 63 che invece la percepisce come cattiva.
In questo contesto, risulta fondamentale il sostegno all’euro che si attesta nel suo complesso ad un livello molto elevato pari al 71 per cento (il secondo livello più alto mai registrato) e ancora di più, con il 79 per cento, nell’area dell’euro.
Buono nel complesso, anche il giudizio sul piano di ripresa NextGenerationEU con il 54 per cento degli intervistati che lo ritiene uno strumento efficace per rispondere alle attuali sfide economiche. Relativamente alta con Il 63 per cento la percentuale di coloro che ritengono l’utilizzo del denaro pubblico utile a stimolare gli investimenti del settore privato a livello dell’UE.
Per maggiori approfondimenti consulta la pagina dedicata all’indagine sul sito dell’Unione europea
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