La Strategia Nazionale Aree Interne passa dalla fase di sperimentazione a vera politica strutturale
È tempo di un primo bilancio per la Strategia nazionale per le aree interne (SNAI). La politica del Governo messa in campo per rilanciare i luoghi marginalizzati, in via di spopolamento, procede a grandi passi, registrando nell’ultimo anno una forte accelerazione dell’iter: se a dicembre le Strategie approvate erano 49, oggi il traguardo è a un passo, con 71 aree (su 72 previste entro il 31 dicembre 2020) che passano alla fase attuativa dei progetti.
“La chiusura delle Strategie consente di entrare nella fase della piena attuazione” spiega il Ministro per la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, “è il frutto di uno straordinario lavoro di accelerazione portato avanti dai presidi nazionali al fianco dei sindaci e le Regioni per il rilancio delle aree interne”. L’approdo alla fase attuativa per le 71 aree coinvolte nel progetto “dimostra ancora una volta che quello intrapreso con SNAI è un cammino necessario per liberare il potenziale sviluppo e di benessere che le aree interne offrono al Paese. L’obbiettivo che ci siamo posti è di trasformare la SNAI da progetto sperimentale a politica strutturale.
“Le risorse nazionali già stanziate – aggiunge il Ministro Provenzano – ci consentono ora di includere nella Strategia almeno altre due aree a Regione, sulla base del metodo collaudato che vedrà ancora in primo piano la collaborazione istituzionale, la valorizzazione del ruolo dei comuni associati e della partecipazione attiva dei cittadini.
“La pandemia – conclude Provenzano – ci ha mostrato che le aree interne non sono un piccolo mondo antico, ma luoghi in cui sperimentare nuove forme di organizzazione sociale e produttiva, in cui perseguire concretamente quel modello di sviluppo sostenibile. Per questo saranno al centro dei progetti di Next Generation Eu e della programmazione dei fondi di coesione per il ciclo 2021-2027”.
Sono 72 le aree selezionate nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne, pari a 1060 Comuni (il 13.4% del totale nazionale), con una popolazione complessiva al di sotto dei 2 milioni di abitanti (3.3% del totale nazionale) e una superficie che rappresenta il 17% del suolo del Paese. Luoghi caratterizzati dalla distanza dai servizi essenziali e da un alto tasso di spopolamento.
È pari a 1,142 miliardi di euro il valore complessivo delle strategie approvate, di cui 261 milioni di euro sono risorse statali, 693 milioni di euro provengono da Programmi finanziati dai fondi europei, mentre ulteriori 189 milioni di euro sono costituiti da altre risorse pubbliche e private.
Gli ambiti di intervento delle 71 aree approvate sono molteplici: mobilità, salute, scuola, efficienza e trasparenza della PA, natura, cultura e turismo, agricoltura e zootecnia, bosco, energia, imprese, infrastrutture e servizi digitali, lavoro e formazione e sicurezza del territorio. Moltissimi i progetti già in fase di attuazione.
Il requisito associativo tra i Comuni SNAI sul fronte dei servizi è fattore essenziale per l’attuazione della Strategia e quindi per gli obiettivi di crescita che, nei piccoli comuni di aree interne, è allo stesso tempo economica, istituzionale e culturale, partendo dal presupposto che tale crescita può essere avviata solo unendo le forze. Questo capitolo è gestito in convenzione con il Dipartimento della Funzione Pubblica (FormezPA – PonGovernance). Attualmente tale requisito è stato assolto da 64 aree e le funzioni o i servizi associati riguardano la protezione civile, il trasporto scolastico, i servizi informativi, il catasto, amministrazione generale, cultura e turismo e altri ambiti.
La fase di costruzione delle Strategie è gestita dal Dipartimento per la Coesione territoriale, per la fase attuativa e il monitoraggio entra in campo l’Agenzia per la Coesione territoriale. Sono attualmente 41 gli Accordi di Programma Quadro sottoscritti, erano poco più di 20 a fine 2019, segno di quell’accelerazione impressa e che ci porterà, entro il giugno 2021, a chiudere tutti gli APQ.
Con il Comitato che si è svolto lo scorso 10 dicembre si chiude formalmente la stagione di “sperimentazione” sulle aree interne(inserita nell’Accordo di partenariato 2014-2020) e può essere avviato il confronto sulle nuove aree, dentro il quadro di politica strutturale in cui, secondo il Piano Sud2030, opererà per il futuro la SNAI, nell’ambito della nuova Programmazione dei fondi europei per il 2021-2027.
Nel corso del 2020 sono stati stanziati ulteriori 310 milioni di risorse nazionali alla SNAI che, oltre a garantire una premialità all’area pilota che hanno fatto registrare le performance migliori e più coerenti con lo sviluppo della Strategia, consentiranno nei primi mesi del 2021 di attivare almeno 2 nuove aree per Regione, attraverso una manifestazione di interesse sulla base di criteri condivisi in corso di revisione, su cui si concentrerà la prossima riunione del CTAI.
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