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Sicomar Plus, Italia e Francia si uniscono per la tutela dell’ecosistema marino


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Il Santuario Pelagos è una zona marina di 87.500 km² che nasce da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo abitano. E’ un ecosistema di notevole interesse scientifico, socio-economico e culturale che chiede di essere tutelato dall’intervento umano e dai grandi traffici marittimi che caratterizzano l’area. In passato, infatti, si sono verificati alcuni incidenti che hanno minacciato la fauna marina: il naufragio nel 2012 all’isola del Giglio della Costa Concordia; la perdita al largo di Gorgona di quasi 200 fusti tossici trasportati dall’Eurocargo Venezia e la collisione al largo di Capo Corso tra la motonave Ulisse e la nave portacontainer Cls Virginia nel 2018.

Per questo è nato il progetto Sicomar Plus, un sistema coordinato di strumenti di governance, metodi innovativi di sorveglianza altamente tecnologici e nuovi servizi di sicurezza in mare. Partito a giugno 2018, Sicomar Plus si inserisce nel Programma europeo di cooperazione marittima transfrontaliera fra Italia e Francia (Interreg marittimo Italia-Francia). E’ cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (5,7 milioni circa) e da risorse nazionali per un totale di oltre 6,5 milioni di euro.

Capofila nel progetto è la Regione Toscana, in partenariato con altri 15 soggetti tra Toscana, Sardegna, Liguria, Corsica e Paca (Provenza, Alpi e Costa Azzurra) appartenenti al mondo scientifico e accademico.

“Noi vogliamo mettere sotto osservazione questo mare – dichiara all’ANSA il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi – e monitorarlo attraverso un sistema radar. Avvertire, poter prevenire e quindi fare in modo che questo mare sia davvero ambientalmente tutelato, per le popolazioni che ci vivono, ma anche per la flora e per la fauna del nostro mare così bello. E per questo abbiamo utilizzato dei fondi europei”.

Nel dettaglio si prevede  un piano di azione per la sicurezza della navigazione tra le regioni dello spazio transfrontaliero e l’installazione di strumenti di monitoraggio: radar e antenne satellitari.

Da un lato si lavora per un sistema di condivisione delle informazioni che permetta la gestione in sicurezza delle rotte, dell’accesso ai porti e l’attraversamento delle aree pericolose. Così da assicurare una risposta efficace alle emergenze in tempi stretti. Dall’altro si prevede il rafforzamento del monitoraggio dell’area attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate.

Due nuove antenne radar HF sono previste a sud dell’Isola d’Elba e a Castiglione della Pescaia (Grosseto). Altre due saranno installate lungo la Costa Nord della Sardegna e tra Liguria e Paca.  Si prevede l’acquisto di radar di ampio range (70-90 km) e di risoluzione di 1-2 km.