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“MarTa 3.0”: il Museo archeologico di Taranto diventa digitale grazie ai fondi FESR


1 Agosto 2019 -
News

Sono ben 40mila i reperti archeologici del MarTa, il Museo archeologico nazionale di Taranto, che verranno digitalizzati e messi a disposizione in modalità open data, nell’ambito di un progetto complessivo da 2,75 milioni di euro finanziato dal Programma Operativo Nazionale Fesr Cultura e Sviluppo 2014-2020. Si tratta di un progetto di digitalizzazione dei reperti unico in Europa, come ha sottolineato la direttrice del MarTa, Eva Degl’Innocenti, ricordando che “per trovarne di simili bisogna guardare ai grandi musei americani”.

Nel giro di due anni grazie al progetto “Museo MArTA 3.0” – affidato al Raggruppamento temporaneo d’imprese composto da Never Before Italia, Marketing consulting company e Meeting Planner – cambierà completamente la fruizione da parte dell’utenza.

Il progetto complessivo da 2,75 milioni di euro comprende, oltre alla digitalizzazione dei reperti: MarTa digitale, un nuovo allestimento digitalizzato e multisensoriale, che va dalle app alle vision guida sino al percorso tattile; il FabLab, un progetto innovativo e creativo che avrà una finalità di educazione e ricerca (sarà gestito da una società privata e la gara è in corso di effettuazione). È stato già presentato il nuovo logo del Museo che richiama il Tridente di Poseidone. Il tutto inquadrato in una rinnovata strategia di comunicazione online e offline.

“Non è un cambiamento radicale rispetto al passato, ma una evoluzione della storia del Museo, fondato alla fine dell’Ottocento per raccogliere la storia di Taranto e del suo territorio dalla Preistoria all’Alto Medioevo, passando dal periodo greco e indigeno preromano, romano, poi tardoantico e medievale” ha spiegato Degl’Innocenti precisando che l’intenzione è rendere fruibili le collezioni anche in modo interattivo grazie alle nuove tecnologie Ict, che permettono esperienze multisensoriali e la partecipazione del visitatore.