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Fondi sisma, alla Regione Umbria 56 milioni di euro da spendere entro il 2023


3 Giugno 2019 -
News

Nella notte del 24 agosto 2016 un terremoto di magnitudo 6.0 colpisce il Centro Italia: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Si contano 299 vittime, ma numerosi sono anche i feriti e i danni sul territorio. Le scosse torneranno nei giorni successivi, il 26 e il 30 ottobre, interessando in particolare il confine tra Umbria e Marche. Secondo fonti della protezione civile, la scossa del 30 ottobre è la più forte in Italia degli ultimi trent’anni.

Il Consiglio dei Ministri con la delibera del 25 agosto 2016 dichiara lo stato di emergenza, che viene prorogato al 31 dicembre 2019 mentre la gestione straordinaria finalizzata alla ricostruzione è prorogata al 31 dicembre 2020 (art. 1, commi 988, lett. b) e 990, della legge di bilancio 2019).

Interviene anche la Commissione Europea assegnando all’Italia risorse addizionali della politica di coesione per il triennio 2017-2020. Arrivano 200 milioni di euro ai territori delle quattro Regioni dell’Italia centrale, da destinare alla costruzione di nuove soluzioni abitative, alla riparazione delle infrastrutture e alla messa in sicurezza di Edifici pubblici e siti architettonici e culturali.

Ai finanziamenti europei lo Stato ha aggiunto un ulteriore 50%, per complessivi 400 milioni di euro destinati al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).

La Regione Umbria ha a disposizione 56 milioni di euro, di cui 28 milioni dati dalla Commissione europea e 28 milioni dallo Stato. Arrivati nel 2018, i fondi devono essere spesi entro il 2023. Per raggiungere l’obiettivo di spesa la Regione ha individuato delle linee di azione prioritarie, in linea con quanto individuato dall’asse 8 del POR FESR, dedicato alla prevenzione sismica e idrogeologica e alla ripresa socio-economica delle aree colpite dal sisma.

Cinque milioni sono destinati alla ricostruzione della basilica di San Benedetto a Norcia, ma altre azioni riguardano direttamente il cratere, ovvero i 14 comuni dell’Area Valnerina a cui si aggiunge il Comune di Spoleto. Nel dettaglio:

  • consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali;
  • riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazione di fonti rinnovabili;
  • riduzione del rischio incendi e del rischio sismico;
  • miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale;
  • miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale, nelle aree di attrazione;
  • riposizionamento competitivo delle destinazione turistiche.