Strategia
La sfida insita nelle politiche di coesione è quella di rispondere, anche anticipandoli, ai fabbisogni di sviluppo dei territori per creare condizioni strutturali utili al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
L’Agenzia per la coesione territoriale ha accolto questa sfida sviluppando un metodo di lavoro che si caratterizza per il continuo colloquio con i territori, in una dialettica centro-periferia basata su un ciclo virtuoso di co-progettazione, fissazione degli obiettivi, verifica in itinere e rimodulazione degli obiettivi. Qualora lo ritenesse necessario l’Agenzia può prevedere misure di accelerazione della spesa e l’istituzione di task force a supporto dei programmi che presentano ritardi nell’attuazione.
Le azioni di accompagnamento, monitoraggio e verifica che svolge l’Agenzia sono lo strumento utile per rispondere tempestivamente alle criticità maturate, ma anche di individuare, promuovere e sostenere una progettualità qualificata e coerente.
L’Agenzia per la coesione territoriale opera affinché gli obiettivi e le finalità della programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei siano termini connessi alla vita dei cittadini e delle imprese, alle loro capabilities. A tal fine si lega ciascun piano regionale o nazionale, ciascun patto territoriale, ciascuna politica di smart specialization ai macro-obiettivi di sviluppo equo e sostenibile individuati sia dalla strategia Europa 2020 (il programma EU per la crescita e l’occupazione per il decennio in corso), che a quelli dettati dall’Agenda 2030 e delineati nei 17 SDGs approvati dalle Nazioni Unite.
Un’attenzione particolare è rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, per i quali sono state adottate particolari misure strategiche: Strategia nazionale per le aree interne, i Patti per lo sviluppo e Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente.
Sulla scia del nuovo corso preso con la programmazione 2014 – 2020, si adotta una visione sistemica di tutti i fondi: FSE (Fondo Sociale Europeo), FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) e anche il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), vanno letti in un’ottica di complementarietà piuttosto che di sommatoria di interventi nelle stesse zone. Vuol dire rompere i silos delle politiche settoriali per vedere il complesso degli interventi, mettendo al centro non gli strumenti, ma gli obiettivi finali e i territori.
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