Fondo Sviluppo e Coesione
Fondo Sviluppo e Coesione
Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea . Il FSC ha la sua origine nei Fondi per le aree sottoutilizzate (FAS), istituiti con la legge finanziaria per il 2003 (legge 27 dicembre 2002, n. 289 – articoli 60 e 61) , presso il Ministero dell’economia e delle finanze e il Ministero delle attività produttive. Allora, con la legge 30 luglio 2010, n. 122 (articolo 7, commi 26 e 27) la gestione del Fondo è stata attribuita al Presidente del Consiglio dei Ministri, che si avvale del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione, oggi istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Dipartimento per le politiche di coesione (DPCOE) in applicazione del DPCM 15 dicembre 2014.
Con il decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88, il FAS ha assunto la denominazione di Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) ed è stato finalizzato a dare unità programmatica e finanziaria all’insieme degli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale, rivolti al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese. Il FSC ha carattere pluriennale in coerenza con l’articolazione temporale della programmazione dei Fondi strutturali dell’Unione europea, garantendo l’unitarietà e la complementarietà delle procedure di attivazione delle relative risorse con quelle previste per i fondi comunitari. In particolare, l’intervento del Fondo è finalizzato al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale.
L’articolo 61 della legge n. 289/2002 annota che il FSC deve essere ripartito con apposite delibere del CIPE, sottoposte al controllo preventivo della Corte dei conti.
Il CIPE, oggi modificato in Comitato interministeriale per la programmazione economica Sviluppo Sostenibile (CIPESS), svolge funzioni di coordinamento in materia di programmazione e di programmazione politica economica nazionale, nonché di coordinamento della politica economica nazionale con le politiche comunitarie (decreto legislativo n. 430/1997). Il CIPESS è chiamato a definire le linee di sviluppo politico economico ed internazionale in ambito nazionale, comunitario individuando gli indirizzi e gli obiettivi prioritari di sviluppo economico e sociale, delineando le linee di sviluppo necessarie per il conseguimento degli obiettivi prefissati.
Sul sito del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica sono disponibili informazioni di dettaglio relative a:
- Esiti delle sedute CIPE/CIPESS in materia di Politiche di coesione
- Il FSC nel periodo di programmazione 2021-2027 ed elenco delibere CIPESS
- Il FSC nel periodo di programmazione 2014-2020 ed elenco delibere CIPESS
- Il FSC nel periodo di programmazione 2007-2013 ed elenco delibere CIPESS
- Archivio delle Delibere CIPE dal 1967 a oggi
Fonte: Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica
L’articolo 44 del decreto-legge n. 34/2019 , per operare una semplificazione nella governance del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, ha sostituito i molteplici strumenti fino ad allora esistenti per attingere alle risorse del Fondo, con il Piano di Sviluppo e Coesione (PSC). In tal modo, si garantisce un coordinamento unitario in capo a ciascuna Amministrazione titolare dei Piani operativi, nonché una accelerazione della spesa degli interventi.
A seguito del confronto all’interno dell’apposita Cabina di regia tra le Amministrazioni statali e quelle regionali e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, è previsto che l’Agenzia per la Coesione territoriale proceda alla predisposizione di un Piano Sviluppo e Coesione per ciascuna Amministrazione titolare di risorse, articolato per aree tematiche, restando il vincolo di destinazione territoriale secondo la chiave di riparto 80% aree del Mezzogiorno e 20% aree del Centro-Nord. Il Piano Sviluppo e Coesione di ciascuna Amministrazione deve essere approvato dal CIPESS, su proposta del ministro per il Sud e la Coesione territoriale.
Consulta le Linee guida per la definizione dei Sistemi di Gestione e Controllo dei Piano di Sviluppo e Coesione
Per approfondimenti consulta la pagina del sito del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale
Link utili
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Decreto 24 novembre - Modalita' di ripartizione, termini e modalita' di rendicontazione dei contributi a valere sul Fondo sviluppo e coesione, per il finanziamento, in via sperimentale, da parte dei comuni presenti nelle aree interne, anche in forma associata, di borse di studio per dottorati denominati «dottorati comunali». (GU Serie Generale n.25 del 31-01-2022)
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Il Fondo di sviluppo e coesione (FSC) e i Piani per lo sviluppo e la coesione (PSC) - Dossier 17 gennaio 2022
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Investimenti in infrastrutture sociali – DPCM 17 luglio 2020
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DPCM 17 luglio 2020 - Modalita' di assegnazione del contributo di 75 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023, ai comuni situati nel territorio delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, da destinare a investimenti in infrastrutture sociali.
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Piani di Sviluppo e Coesione. Consultabili i Piani pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 4 agosto 2021
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Pubblicati in Gazzetta Ufficiale i Piani di Sviluppo e Coesione delle Regioni Piemonte e Friuli Venezia Giulia del 16 agosto
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Piani di Sviluppo e Coesione, online le Linee guida per la definizione dei Sistemi di Gestione e Controllo
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