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I tempi delle opere pubbliche

2 Luglio 2018-
Dossier
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I Tempi delle Opere Pubbliche

I tempi di attuazione delle opere pubbliche costituiscono una dimensione di analisi particolarmente significativa ai fini del monitoraggio degli investimenti pubblici.
Esaminando le peculiarità di ciascuna fase del processo di attuazione ed effettuando analisi statistiche ed econometriche con le diverse variabili coinvolte, si possono ricavare informazioni utili per l’orientamento della policy: quali sono le fasi che mediamente durano di più, quanto incidono i tempi amministrativi intercorrenti tra una fase procedurale e la successiva, i cosiddetti tempi di attraversamento, quanto tempo intercorre fra la fine dei lavori e il saldo, e così via.

Da questa pagina è possibile accedere sia alle varie edizioni del Rapporto sui tempi delle opere che allo strumento per le visualizzazioni grafiche dinamiche dei tempi delle opere, nato per rendere più fruibili gli approfondimenti tematici presentati nel Rapporto.
Le analisi presentate si riferiscono ai tempi di attuazione delle opere pubbliche nel nostro Paese, in particolare all’arco temporale che intercorre tra l’avvio della loro progettazione e la conclusione dei lavori, e vengono rese disponibili a livello aggregato rispetto ad alcune caratteristiche delle opere.
L’applicazione VISTO (Visualizzazione Interattiva della Stima dei Tempi di attuazione delle Opere Pubbliche), che a sua volta fornisce stime riferibili ad una singola opera pubblica, è attualmente in fase di aggiornamento.

Consulta il rapporto 2018

I dati e i metodi impiegati.
Il progetto di analisi dei tempi delle opere pubbliche nasce in ambito Uver (ex DPS) ed è oggi curato dall’area Sistema CPT del Nuvec. Nel corso del tempo la base informativa si è ampliata fino a superare con l’ultimo aggiornamento i 55 mila interventi.
Attualmente i dati impiegati sono relativi agli interventi delle Politiche di Coesione, ovvero gli interventi ricompresi nella programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013 , e a quelli finanziati dal 1999 dalla politica di coesione nazionale, attuata mediante le Intese Istituzionali di Programma ed i relativi Accordi di Programma Quadro o tramite Strumenti di Attuazione Diretta e finanziata anche dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione [1] (FSC, ex FAS) o tramite i Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS).

La metodologia di calcolo della durata delle fasi è costruita in modo da utilizzare tutta l’informazione presente nella banca dati, sia gli interventi con fasi concluse (ovvero con una data fine “effettiva”) che quelli con fasi in corso (con data inizio “effettiva” e data fine “prevista”) o non avviate (con data inizio “prevista”). Pertanto, mentre per gli interventi con fasi concluse la durata è effettivamente osservata, per gli interventi con fasi in corso o non avviate la durata è stimata attraverso l’utilizzo di modelli statistici che fanno uso di tecniche di analisi di sopravvivenza. Ciò consente, a partire dai casi utili individuati per ciascuna fase, di pervenire al calcolo delle durate per tutti i progetti considerati.


[1] L’articolo 4 del decreto legislativo 88/2011 ha disposto che il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) assume la denominazione di “Fondo per lo sviluppo e la coesione”. Il Fondo è finalizzato a dare unità programmatica e finanziaria all’insieme degli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale, che sono rivolti al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese.

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